Sepolti nelle profondità del mar Baltico sommozzatori
in Svezia hanno rinvenuto una rara collezione di manufatti dell’Età
della Pietra. La scoperta potrebbe essere prova di uno dei più
antichi insediamenti mai trovati nella regione nordica e gli Archeologi
ritengono che i resti furono lasciati dalle popolazioni nomadi svedesi
11.000 anni fa.
L’insediamento sprofondò nel
mare nello stesso modo della mitica Atlantide nell’Oceano Atlantico e alcuni dei
manufatti sono talmente ben conservati, che alcuni hanno ipotizzato che
si tratti della “Atlantide Svedese”.
Durante
un’immersione archeologica a Hano, al largo delle coste della Skane
County in Svezia, i manufatti sono stati rinvenuti dal Professor Bjorn Nilsson della
Soderton University, e da un team della Lunds University.
Nilsson ha scoperto legno, corna di
animali e corde, utensìli di selce, sepolti a 16 metri sotto la superficie. Le ossa di un antico
animale chiamato aurochs (uri), e fra gli incredibili resti ritrovati
anche arpioni scolpiti in ossa di animali. Prima di estinguersi nei primi del 1600 gli Uri erano gli antenati dei bovini
moderni e vivevano in Europa. Nel 1627 morì l'ultimo uro riportato. Per il periodo in cui potrebbero
essere stati utilizzati questi oggetti tale scoperta è
importante perché suggerisce una data. Il luogo in cui giacevano era ricco di un sedimento
chiamato Gyttja perciò molti dei reperti sono stati
conservati.
La Gyttja si forma quando la torba comincia a decadere, è simile a un gel nero. La quantità di ossigeno si riduce e si pensa
che proprio questa mancanza di ossigeno abbia impedito ai manufatti
organici di consumarsi, questo accade quando la torba non li ricopre. “Circa 11.000 anni fa ci fu un accumulo nella zona – una specie
di laguna – e tutti i pezzi di albero e delle ossa sono conservate in
esso.
“Se l’insediamento fosse stato sulla terra asciutta avremmo solo resti di manufatti di pietra, ma nulla di organico (come il legno n.d.T.).” Ciò è quanto Nilsson ha rilasciato in un'intervista a The Local. Parzialmente finanziata dal National Heritage Board svedese l’immersione effettuata è parte di uno scavo di tre anni. Bisogna vedere se vi è anche un luogo di sepoltura antica nella regione perciò gli archeologi stanno continuando gli scavi, e ora sono particolarmente interessati.
Una volta vi era un luogo abitato che venne poi disperso in mare e questo aggiunge fondamento alle ipotesi. Si troverebbero analogie con Atlantide – la mitica isola cui per primo si riferisce il filosofo greco Platone, prima però è necessario scoprire se la regione ospitava un insediamento.
Nell’Oceano Atlantico dove sprofondò e scomparve nell’arco di una sola notte, Atlantide era una grande isola, o addirittura un continente. Molti sostengono che Platone abbia inventato la sua esistenza o che la localizzazione da lui fornita (al largo delle colonne d’Ercole-stretto di Gibilterra n.d.T) fosse errata, ed infatti, questa civiltà subacquea non è mai stata trovata.
Al largo delle coste della Grecia, altre ipotesi suggeriscono che l’isola potrebbe essere stata nei pressi dell’odierna Santorini. Gli svedesi di quell’epoca erano nomadi, Nilsson è pronto a respingere le ipotesi che la scoperta sia della cosiddetta “Atlantide Svedese”.
A differenza della mitica Atlantide, secondo lui quell’insediamento potrebbe essere stato solo temporaneo, e che una civiltà insediata permanentemente non sia mai esistita in quel sito.
Enrico Galimberti il traduttore
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