La notizia del ritrovamento di una cinquantina di alberi
trovati sradicati con le radici in vista e disposti in cerchio è stata pubblicata dal quotidiano on-line grossetooggi.net. Il fenomeno ricorda i faggi ritrovati
nel 2006 sull’Amiata con le radici in vista e disposti anch’essi in
cerchio ma in questa circostanza il fatto è accaduto sul Monte Penna.
Ci troviamo sul monte Penna nel
comune di Castell’Azzarra, però questa volta il fenomeno, che sembra essere privo di spiegazione, non si è
verificato nel versante senese dell’Amiata.
Ritrovati con le
radici ben in vista e disposti in terra come se fossero stati estratti
dal terreno in modo da formare un semicerchio, la scoperta riguarda infatti una cinquantina di cerri. Disposti anch’essi in un modo apparentemente non
casuale questo è un evento che ricorda gli
enormi faggi, scoperti all’altezza del Primo rifugio sul monte Amiata
nel maggio 2006.
Alberi falciati e divelti a diversi metri di distanza, il fenomeno, a cui nessuno ha saputo dare una risposta valida, si affianca
così al mistero di un presunto masso, esploso nel novembre del 2012, a
pochi chilometri da Abbadia San Salvatore in località Ermeta.
MINI TUNGUSKA IN ITALIA
Il fenomeno della pineta della
Roccaccia che si trova vicino Tarquinia, ricorda molto il fatto
accaduto sul Monte Penna. Massimo Fratini e Adriano Forgione s'interessarono di un fatto identico a quello accaduto sul Monte Penna e sul Monte Amiata precisamente nella seconda
metà di gennaio del 1997. Insieme al Prof. Fabrizio Aumento famoso Geologo
dell’Università di Nuova Scozia (Canada) che dedicò una seria ricerca
sul fenomeno, allora le indagini furono svolte dai due ricercatori
italiani. Nel triangolo compreso fra Tarquinia, Tuscania e
Montalto di Castro, osservando cinquanta e più alberi., il prof. Aumento aveva tirato su una vera e propria
teoria, sul fatto che una massa di energia, tuttora sconosciuta, si
era abbattuta sulla pineta dell’Università Agraria di Tarquinia, in
località “La Roccaccia”.
Ci fu anche un meteorite che, probabilmente, cadde in mare, ed il fatto ha destato immediato interesse, perché in quel periodo vi erano stati
numerosi avvistamenti di oggetti luminosi nel cielo sovrastante
Tarquinia-Fiumicino-Viterbo.
Non ci si rese conto delle reali dimensioni del fenomeno, neanche durante i
primi sopralluoghi, subito dopo la loro scoperta dell’evento, il 7
febbraio 1997:
c'erano delle strane bruciature sulla base dei tronchi, si parlava di una trentina di alberi abbattuti. Il mancato atterraggio di un UFO,
oppure la caduta di un frammento di cometa (una mini Tunguska italiana),
un vecchio incendio, una recente nevicata, fulmini globulari, muffe
nere, lo scarico e la deflagrazione di carburante di un aereo a bassa
quota, ecc., numerose furono le ipotesi. Il problema è tuttora aperto e speriamo che si possa giungere presto ad una risoluzione.
Nuove Frontiere della Conoscenza